“Kane!», gridai appena mi circondò le ginocchia con le braccia, che poi fece scivolare fino alla vita per sollevarmi. «Cosa diavolo pensi di fare?», domandai col fiato corto.
Oltrepassò la porta dell’appartamento. “Hai detto di prendere le mie cose e uscire da qui. E’ esattamente quello che sto facendo”.
Io.
Intendeva me.
Ero sua.
L. A. Casey